1) Enigmi e curiosità scientifiche 
(serie)
Indaghiamo su alcune fra le tante storie che nella moderna era tecnologica hanno preso il posto delle fiabe. Esiste un’uomo magnetico, capace di fare qualche passo addirittura con una televisione attaccata al petto?   E’ possibile produrre benzina dall’aria di città, riciclando l’andidride carbonica, o costruire un motore alimentato ad alghe? Davvero è stato   scoperto un antico insediamento romano grazie a Google earth? E ancora: si può immaginare di realizzare un’automobile in tessuto, personalizzabile a piacimento, o una gigantesca macchina acchiappaonde, capace di generare energia elettrica? Si può utilizzare una bottiglia come lampadina, facendo brillare un contenitore pieno d’acqua come una lampadina di 60 watt, con l’aggiunta di qualche goccia di semplice reagente. La bicicletta a razzo, regolarmente equipaggiata con una turbina, pesante solo 22 chili, ed uno zainetto fornito di motore a reazione, identico a quello usato nel film 007 operazione tuono... all’asta su internet? Può un manager tenere una conferenza sotto forma di ologramma? Veramente un tredicenne ha formulato le probabilità della fine del mondo, calcolando la percentuale di un possibile incontro della Terra con un asteroide, smentendo i calcoli della Nasa? La grande muraglia e le piramidi sono visibili dallo spazio? Appena svegli, per quanti minuti il cervello è come ubriaco? Esistono particolari onde sonore che sono percebili solo a determinate età, e quindi possono essere impiegate contro gli indesiderati “writers”, i graffitari?  Un airbag da passggio per anziani? E tanti altri...  
progetti_ital_2_scienza_files/bicchiere-web.jpgprogetti_ital_2_scienza_files/bicchiere-web_1.jpg
 20) una Casa in Fondo al Mare  
 (Ponza)            
A una profondità di circa dieci metri,  sarà costruita la stazione subacquea Abissi, nella quale due atleti si cimenteranno in una lunga permanenza in acqua: almeno  30 giorni. Il progetto offrirà una nuova opportunità per studiare le reazioni del copro umano dal punto di vista medico e fisiologico; per la prima volta fornirà anche  l’occasione per studiare la crescita di piante di  tipo terrestre sott’acqua.  Agli Acquanauti sarà richiesto un quotidiano impegno in attività di monitoraggio. Lo staff tecnico-scientifico comincerà i preparativi nel prossimo mese di maggio 2009 ed i giorni previsti per lo svolgimento del tentativo di record sono dal primo al trenta settembre  2009. Per la realizzazione di quest’evento sono previsti 90 assistenti qualificati tra personale in acqua ed in superficie. I due Acquanauti avranno a loro disposizione un ampio ambiente asciutto suddiviso in tre vani, rispettivamente destinati al sonno, ai pasti e al lavoro. Essi dovranno gestire con parsimonia  le risorse a loro disposizione, in particolare l’elettricità prodotta dai pannelli solari e dall’ impianto eolico sito  in superficie, l’acqua dolce ottenuta da un desalinizzatore manuale, e i gas necessari alla loro sopravvivenza; nella loro piccola serra sottomarina dovranno anche occuparsi dei vegetali che sono stati previsti come parte della loro alimentazione.                                                                  progetti_ital_2_scienza_files/casa-ponza-web.jpgprogetti_ital_2_scienza_files/regiaponza-web.jpgfile://localhost/casa-38.mp4

19) Parlare con i Delfini (52’)

(Usa)

Una nuova tecnica, associando le emissioni sonore ad immagini, ha permesso ai ricercatori di creare un «vocabolario di base», una vera e propria "stele di Rosetta", che presto potrà permettere di dialogare nel vero senso della parola con questi cetacei, che notoriamente possedono una comunicazione sonora tra le più complesse nel mondo animale. La «trascrizione» della voce di un delfino, ad esempio quella di un piccolo che chiama la madre, permette di determinare delle caratteristiche costanti che si possono associare ad un preciso significato. La nuova tecnica permette di tradurre in immagini i suoni emessi dai cetacei: grazie ad essa gli scienziati
stanno elaborando un vero e proprio vocabolario di base che renderà comprensibile il linguaggio di questi intelligenti mammiferi. La chiave per studiare e catalogare i suoni utilizzati dai cetacei per comunicare è uno strumento che cattura la struttura dettagliata di ogni emissione sonora e la trasforma in un'immagine. In questo modo vengono estrapolati svariati schemi di base, ciascuno dei quali rappresenta una sorta di pensiero illustrato. Le metodologie usate in precedenza per rappresentare i versi dei delfini erano limitate a grafici che riproducevano la frequenza e l'ampiezza delle onde sonore. La nuova tecnica invece cattura l'"impronta" prodotta dalla vibrazione dei suoni nell'acqua, che si espandono in forma di
bolle e di raggi, e rivela per la prima volta nei minimi dettagli la «voce» caratteristica di ogni individuo. Un "vocabolario cetaceo"! «Interpretare queste parole figurate potrebbe avere lo stesso significato che ebbe la Stele di Rosetta nella traduzione dei geroglifici egiziani» afferma un ingegnere acustico che partecipa alla ricerca.
 

21) Un Juke Box per le Balene (52’)

(Grosseto)

Al largo della costa di Grosseto, nuovi microfoni sottomarini registreranno le melodie dei cetacei, per creare un grande database scientifico.  Nel tratto di mare fra Giannutri e le Formiche, i ricercatori hanno installato alcuni sensori di nuova generazione capaci di registrare  i parametri ambientali del mare e nello stesso tempo i suoni dei cetacei. Dati, che grazie a un sistema wireless, saranno inviati a una workstation che li elaborerà e li renderà disponibili. Si potranno indagare i motivi che spingono le balene e in generale i cetacei ad attraversare questo corridoio marino. Lo studio ci aiuterà a capire se l'inquinamento chimico o acustico possano danneggiare gli animali o modificarne i comportamenti. L’«orecchio marino» è stato installato in luoghi che Etruschi e Romani indicavano come il rifugio di strane creature degli abissi e delle mitiche sirene. Una delle cose più sorprendenti del progetto è l'idea di archiviare il canto dei singoli mammiferi in modo da identificare i singoli individui che ogni anno, soprattutto in autunno e in estate, passano davanti all’Argentario e al mare del Parco naturale della Maremma. Le registrazioni digitali delle melodie delle balene diventeranno materiale di studio per la comunità scientifica ma pure attrazioni da museo che tutti potranno ascoltaree.
 

18) l'Energia nell'Aria

(Marocco, Danimarca, Olanda)

Una striscia bianca di spiaggia, fra i
verdi monti del Marocco  e le acque turbolente dell’Oceano. Sopra ogni cosa, il vento. Il parco eolico di Tarifa è il secondo d’Europa. Un mulino di media grandezza genera, in un giorno di buona attività, l’energia che una famiglia di quattro persone può consumare in un anno. Un parco di 30 MW può quindi coprire il fabbisogno di luce, acqua calda e riscaldamento di una città di 100.000 persone.   A 20 km dalla costa della Danimarca, si trova Horns Rev, il più grande parco eolico marino del mondo. E' composto da 80 torrette alte 110 metri, per una potenza complessiva di 160 MW , molto di più di quella di parchi analoghi sulla terraferma. Le singole pale di ogni generatore eolico sono lunghe 30 metri! Altra tappa: l'Olanda. Il confronto con la quantità di energia prodotta da uno dei tradizionali mulini a vento del paese dei tulipani dà un risultato sorprendente.
 

2) Occhiali ad Acqua per i Poveri

(Germania)

"
L'uomo che ridà la vista ai poveri": così è stato chiamato l'ottico britannico che ha inventato dei nuovi rivoluzionari occhiali «auto-regolabili» ad acqua, e ha manifestato l'intenzione di distribuirli a un miliardo di persone. Egli ricorda per noi la prima volta che ha ridato la vista a un uomo. Si chiamava Henda, era un sarto del Ghana. Aveva solo 35 anni, ma stava per ritirarsi. Non ci vedeva più, ed era troppo povero per permettersi la visita da un ottico. È stato a quel punto che ha ricevuto il primo paio degli occhiali appena inventati. Allora ha sorriso, e ha detto: «Ora leggo anche quelle lettere lì, quelle piccole». E ha ripreso a lavorare. Da allora il nostro inventore ha distribuito 30mila dei suoi occhiali in 15 Paesi del mondo. Ma i suoi piani sono molto più ambiziosi: far tornare a vedere un milione di indiani entro la fine dell’anno. E un miliardo di poveri entro la fine del prossimo decennio. Tutto è cominciato nel 1985, quando un semplice docente universitario si chiedeva con un collega se fosse possible costruire lenti in grado di adattarsi senza l’aiuto di un ottico o di macchinari costosi. Occhiali, insomma, che chiunque potesse «tarare» da sé, regolandoli sulle necessità dei propri occhi. «Fu allora che capii come fare» ci spiega. Costruì lenti di plastica, nelle quali pose una sacca con del liquido. Sulla montatura mise due piccole siringhe piene di quella soluzione. Per adattare le lenti ai propri bisogni basta aggiungere liquido finché non si vede chiaramente. Poi si staccano le siringhe, si sigilla la montatura con un tappo, e gli occhiali sono pronti. «Il meccanismo è così semplice che quasi non serve dare istruzioni. Tutti quelli a cui abbiamo dato gli occhiali sono stati in grado di sistemarseli da sé, con grande precisione. E di tornare a vedere». Il punto  è che occorre trovare un sistema per ovviare alla carenza di ottici in alcune zone del mondo. Negli Stati Uniti, o in Gran Bretagna, tra il 60 e il 70% delle persone porta occhiali. Nei Paesi in via di sviluppo la percentuale scende al 5%. E i motivi sono semplici. Anzitutto, in Gran Bretagna c’è un ottico ogni 4,500 persone, mentre nell’Africa Sub-Sahariana ce n’è uno ogni milione di abitanti. «E anche se ce ne fossero di più, nessuno potrebbe permettersi gli occhiali che vengono prodotti normalmente» ci dice il nostro filantropico inventore. UN DOLLARO A PAIO - E tutto questo influenza «l’educazione, l’economia, la qualità della vita». Senza occhiali, gli studenti non possono vedere bene la lavagna. I pescatori non possono ripararsi le reti, le donne i propri abiti, gli autisti di autobus non riescono a vedere bene le  strade su cui guidano. Gli occhiali ad acqua risolvono molti di questi problemi. Perché chiunque può «aggiustarli» da sé. E perché costano pochissimo: «Per ora siamo a 19 dollari, ma l’obiettivo è scendere di molto». Quanto? «Un dollaro l’uno». Certo, gli ostacoli non mancano. Il primo, ci confessa, è che gli occhiali «per ora sono brutti, sembrano usciti da un vecchio armadio di Woody Allen. Ma sul design possiamo lavorare, e comunque l’importante è mantenere il prezzo bassissimo». Già, perché proprio il costo è il secondo problema. Se l’obiettivo è dare occhiali a miliardi di persone, anche un dollaro a occhiale è troppo. Il Dipartimento della Difesa Usa ne ha acquistati 30mila, e li ha distribuiti in Africa: «Ho visto persone camminare sorridendo, in Angola, perché potevano rivedere il loro villaggio. E non lo facevano da quando erano bambini», dice un maggiore dei Marines. Gli occhiali non possono risolvere tutti i problemi. «Non funzionano contro l’astigmatismo. E non possono sostituire un ottico nella diagnosi di glaucoma o altre malattie».


3) Il Robot Delicato

(Giappone)

L'ultimo nato nella ormai grande famiglia dei robot è un automa che sembra ispirato al film di animazione Wall-E. Creato per esseree di aiuto ad anziani e disabili, ha mani dotate di quattro dita, che lo rendono capace di afferrare e porgere anche oggetti delicati senza danneggiarli.


4) Elettricità Senza Fili

(USA)

E' in arrivo una nuova generazione di dispositivi in grado di ricaricarsi senza bisogno di attaccarsi alla rete elettrica. Pieno successo delle ricerche sulla cosiddetta Wi-Tricity (wireless electricity), la trasmissione elettrica senza fili: è stato creato un innovativo sistema in grado di trasformare una carica elettrica in un laser invisibile: esso trasmette calore a una cella fotovoltaica, che lo riconverte poi in elettricità, utile per ricaricare piccoli dispositivi in modalità wireless. ADDIO CAVI E CARICABATTERIE - A quanto pare, dunque, è arrivato il momento dell'energia senza fili, graie alla quale tutti potremo alimentare le nostre apparecchiature senza la necessità di connetterle fisicamente alla rete elettrica. «Faremo scomparire dal dizionario il verbo ricaricare», ci dice il direttore del laboratorio, sostenendo che qualsiasi dispositivo si trovi in un ambiente dotato di WiTricity potrà "succhiare" dall'aria l'energia che gli è necessaria senza che l'utilizzatore debba fare nulla. Così per esempio, entrando in una stanza con rete elettrica senza fili, la batteria semiscarica di un cellulare o di un iPod si ricaricherà automaticamente anche restando nella tasca o nella borsa del proprietario, che non avrà più bisogno degli antipatici e sempre incompatibili caricabatteria. FUTURO TOTAL WIRELESS - Secondo gli esperti, la WiTricity farà per l'elettronica di consumo ciò che il wi-fi ha fatto per l'internet, liberandoci ulteriormente dalla schiavitù dei cavi e agevolando non poco quanti hanno la necessità di lavorare anche in mobilità, come in aeroporti o altri luoghi pubblici. Grazie agli hotspot dell'elettricità non sarà più necessario attaccare alcuna spina. Attualmente il laser  è in grado di generare circa 1,5 watt di potenza comunicando con una cella solare a 10 metri di distanza. Una quantità di energia, questa, che basterebbe ad alimentare degli altoparlanti o delle lampade a Led: un laptop avrebbe invece bisogno di 30-50 watt. Ma la tecnologia può facilmente essere implementata...


5) La Bicicletta a Razzo

(USA)

Non è ecologica, fa molto rumore e consuma una grande quantità di cherosene. Però è veloce come un razzo: la nuova bicicletta appena brevettata da un appassionato costruttore di motori è equipaggiata, su un lato, con una turbina in grado di produrre una spinta pari a una forza di circa 25 chili.  Ideale per chi ama le due ruote e il vento tra i capelli, ma è vittima della pigrizia e considera una bici elettrica troppo noiosa, e una moto troppo pericolosa. Non che la bici-razzo sia il massimo, in quanto a sicurezza: un solido casco è decisamente consigliabile, come pure delle cuffie che proteggano i timpani dal rumore assordante (circa 150 decibel) prodotto dalla turbina. 

6) La Casa di Carta

(Germania)

In sé, la “casa universale prefabbricata” non è granché: 36 metri quadrati, fatta di carta. Ma confrontata con le baracche di latta e cartone ammuffito che ha l’obiettivo di sostituire è quasi un sogno.  La sta lanciando una società  che ha sviluppato l’idea e il progetto in collaborazione con un laboratorio  universitario: è pensata per risanare le baraccopoli sparse sul pianeta. Se avrà successo, migliaia di famiglie potrebbero beneficiarne in tempi brevi e a costo relativamente basso. La tecnologia brevettata per creare i pannelli prefabbricati è simile a quella in uso nell’industria aeronautica per creare materiali solidi ma leggeri. La differenza è che alla sua base non c’è alluminio, ma carta, trattata con resina e poi processata in modo da formare un materiale stabile, leggero, isolante e flessibile.  Costo di ogni singola unità, circa cinquemila dollari, meno di quattromila euro. La flessibilità del prodotto e del processo di realizzazione rende la casa di carta particolarmente adatta a sostituire via via le baracche malsane e cadenti delle bidonville di molte megalopoli del Terzo Mondo. Un primo intervento sta per essere lanciato nello Zimbabwe, con l’aiuto di una Ong tedesca. E 2.400 case sono state prenotate dalla Nigeria. L’abitazione potrebbe anche essere impiegata per interventi di emergenza in casi di catastrofi naturali.


7) L'Uomo Magnetico

(UK)

Attrae forchette e coltelli, e anche televisioni e pezzi di plastica. Si tratta veramente di un fenomeno paranormale, come è stato presentato in un primo momento? Oppure, forse, il protagonista di questa storia è solo «appiccicoso»... Certo è che con lui a tavola bisogna stare attenti a posate e telefonini, perché potrebbero improvvisamente attaccarglisi in faccia, creando qualche difficoltà... Ad avere questo tipo di problemi è l’incredibile uomo magnetico, con il suo straordinario talento per attrarre qualsiasi oggetto al proprio corpo. Sul suo petto si può appendere qualsiasi cosa, una vera e propria bacheca umana dove rimangono inchiodati telefonini e posate, orologi e ferri da stiro, sorretti da una forza invisibile che li fa restare attaccati come per magia. «La cosa più pesante che ho mai provato ad attaccarmi al petto è stata la mia televisione», ci racconta. «La TV pesa più di 22 chili, eppure sono riuscito a farci pure qualche passo. Era come se mi si fosse incollata addosso». Incuriosito dai poteri di Magnet Man, come è subito stato soprannominato, uno scienziato ha invitato a Londra questo particolare personaggio per poter effettuare dei test scientifici sul suo magnetismo fai-da-te. Trasportato in laboratorio e messo davanti all’eminente esperto inglese di magnetismo, il nostro, che è ancora single e vive con la mamma, è stato riempito di cucchiaini come un albero di Natale.  Ma il magnetometro non ha rilevato alcuna forza magnetica, ed anche l’ago di una bussola non ha manifestato alcuna variazione. Il professore ha quindi decretato che «non c’è alcun magnetismo coinvolto nell’abilità di magnet-man, ma le sue capacità potrebbero derivare da un fenomeno chimico che si verifica nei suoi muscoli, o sulla sua pelle».  «CARTA MOSCHICIDA» - Il nostro personaggio ha dimostrato di essere in grado di attrarre anche oggetti non metallici, come pezzi di legno e plastica, al corpo. Finalmente è stato scoperto il suo tallone d’Achille: si tratta del semplice borotalco. Tutta questa straordinaria capacità pare dovuta ad una sovrapproduzione di sebo, che rende la pelle appiccicosissima. L'uomo magnetico ha trovato il tempo di entrare nel Guinness dei primati battendo il record mondiale per il numero di oggetti appesi alla faccia (61), e poi ha annunciato che intende dedicarsi alla kinetoterapia, per usare questi suoi poteri speciali a fin di bene, aiutando i malati che sono  ricoverati nell'ospedale dove lavora in qualità di infermiere.

8) Asteroidi in Caduta Libera

(USA, Canada)

Un nuovo metodo di analisi elaborato da un gruppo di astronomi canadesi ha obbligato la comunità scientifica a rivedere le sue stime. Sul nostro pianeta precipitano 220.000 tonnellate di materia siderale ogni anno, molto più di quanto si pensasse. Si tratta perlopiù di materiale di piccole se non piccolissime dimensioni, che non crea problemi. Le nuove osservazioni di un cratere meteoritico di duecento chilometri di diametro, insieme ad una analisi dei rilevamenti aerei, è stata compiuta con un software creato proprio allo scopo di identificare e interpretare gli impatti cosmici. Si possonoa distinguere tutte le anomalie della superificie terrestre rivelando eventuali crateri nascosti o alterati dai cambiamenti subiti dal territorio. Ogni tanto il cielo è percorso da qualche meteora molto luminoso: l'oggetto  magari può avere le stesse dimensioni di una scrivania. Tra i nuovi mezzi impiegati nello studio del territorio c’è anche un particolare radar. Conoscere il numero di crateri esistenti è essenziale secondo lo scienziato. Secondo le indagini compiute dal 1950 sino ad oggi, i crateri conosciuti censiti sono 160 in tutta la Terra: il loro diametro massimo arriva a 297 chilometri. Un asteroide in grado scavare un cratere di 200 chilometri dovrebbe cadere ogni dieci anni. Ma questo calcolo è basato sulla considerazione degli impatti noti per gli ultimi 10 mila anni, senza contare quelli caduti in oceano, dei quali non sappiamo nulla: e va ricordato che mari e oceani ricoprono il 70 per cento della superficie del pianeta.


9) L'Acqua più Antica dell'Universo

(USA, Germania)

Ha 11 miliardi di anni ed è nascosta nelle anse di una remota galassia l’acqua più antica dell'universo. E' stata scoperta da due giovani scienziate. Le tracce del prezioso liquido sono state raccolte al termine del lunghissimo viaggio che la loro radiazione elettromagnetica ha compiuto per arrivare sino a noi, alla velocità della luce. Ritrovando un altro importante elemento che potrà servire a ricostruire le tappe dell’evoluzione cosmica. QUASAR E MASAR - Arrivare al risultato non è stato facile e la fortuna ha dato una mano. La nube di vapore acqueo era presente nei pressi di un buco in una lontana galassia, un quasar, ed è stata individuata grazie al fatto che nello spazio c’era una sorgente maser e una lente gravitazionale. Un maser è un fascio di radiazioni in particolari condizioni fisiche, che attraversando un gas si amplifica. Altrettanto succede con la lente gravitazionale: una grande massa con la sua possente gravità riesce ad ingigantire l’immagine di un oggetto che gli sta dietro, proprio come una lente ottica tradizionale. In questo modo è stato possibile individuare la  presenza della debolissima nube di vapore acqueo: la fortuna ha voluto che l’amplificazione esercitata dai due fenomeni si presentasse davanti alle antenne del radiotelescopio.   BUCHI NERI - Le verifiche compiute in seguito con un altro radiotelescopio  hanno confermato: l’acqua esisteva davvero. Per raccogliere i segnali in condizioni normali si sarebbero impiegati 580 giorni, invece grazie ai due effetti combinati tutto è stato più facile, e sono bastati 14 giorni. Questi fenomeni sono collegati ai buchi neri che emettono getti di materia. Di solito si osservano in galassie vicine: averli individuati in un’isola stellare tanto lontana permette agli scienziati di decifrare le caratteristiche dei buchi neri in epoche molto remote, e anche di ricostruireun vero e prorpio identikit dello spazio cosmico circostante. Una ragazza italiana ha potuto partecipare da protagonista a questo progetto  grazie ad una borsa di studio erogata dalla Regione Sardegna.


10) Il Traffico Aereo al Computer

(Svizzera)

Seguire in diretta tutti gli spostamenti degli aerei - rotta, velocità e orari - in tutto il mondo, direttamente dal pc di casa? Due studenti svizzdri lo hanno reso possibile.  Un'idea originale ed affascinante, realizzata con un minimo dispendio di mezzi. Spesso ci viene da chiedere dove sia diretto l'aereo che sta passando sopra la nostra testa. Prima d'ora non c'era nessuna possibilità di scoprirlo, perlomeno in tempi rapidi. Ma oggi, due studenti informatici hanno messo a punto un servizio online che visualizza tutto il traffico aereo. Ma ora tutto è accessibile gratuitamente, con grande interesse di compagnie aeree e agenzie turistiche. I due ragazzi hanno installato sul tetto del loro laboratorio un apparecchio ricevente, in pratica un'antenna, che registra i codici dei transponder utilizzati per identificare e localizzare gli aerei in volo. Con un ingegnoso programma informatico poi, tutti i dati ricevuti vengono combinati con le informazioni sulle rotte e gli apparecchi disponibili online (cosidetti mashup) e infine rappresentati con un sistema grafico su una carta interattiva. In questo modo diventano visibili tutte le informazioni sul quel determinato volo, e non solo altitudine, velocità, posizione_ si può riconoscere la tratta e persino una foto del tipo di velivolo e il suo anno di costruzione. La pagina web è online da qualche mese e gli accessi sono migliaia ogni giorno, purtuttavia gli studenti non sono ancora pienamente soddisfatti. Se fino a qualche mese fa la visualizzazione avveniva praticamente in tempo reale, l'Ufficio federale per l'aviazione ha disposto un ritardo di qualche minuto sull'immagine per evitare pericoli legati al terrorismo. Ciò nonostante, vengono registrati col "radar virtuale" oltre il 90 per cento dei voli civili. "Non sono stati motivi politici a spingerci verso quest'idea ma tecnologici", hanno dichiarato gli inventori. "Ci ha però sorpreso il gran numero di apparecchi che ci sorvola quotidianamente."

11) Il Top Manager in 3D

(Australia)

Il direttore di una compagnia telefonica appare ai suoi impiegati sotto forma di ologramma. Le videoconferenze e le videochat sono cosa di ieri: oggi il top manager si presenta in 3d.  Non siamo sul set di un film di Star Trek, anche se questa forma di proiezione tridimensionale ne ha tutta l'apparenza.  Il nuovo sistema di comunicazione a base di ologrammi  potrebbe diffondersi rapidamente. «Abbiamo una telecamera ad alta risoluzione, che invia il segnale grazie ad una connessione a banda larga con uno speciale protocollo» spiega l'ideatore. «Un sistema ottico "intelligente" per la proiezione garantisce poi l'apparizione in diretta». La sagoma olografica del manager è a grandezza naturale, si muove, parla e interagisce. Dal business-meeting all'istruzione, dall'intrattenimento fino all'informazione: la tecnologia potrebbe entrare in commercio entro i prossimi cinque anni. Unico requisito, la velocità della connessione. Recentemente anche il fondatore della Microsoft, Bill Gates, è apparso sotto forma di ologramma al congresso mondiale dell'Information Technology a Kuala Lumpur, in Malaysia. L'immagine di Gates, a differenza di quella del nostro manager, era tuttavia stata registrata in precedenza a Redmond, ed è stata poi proiettata con un sistema ad effetto tridimensionale.


12) Le batterie "a virus"

(Usa)

Un microorganismo per alimentare batterie per cellulari, lettori MP3 e persino automobili. Per la prima volta la scienza parla concretamente di "tecnologia pulita" e lo fa con un progetto già presentato all'attenzione del presidente americano Barack Obama. I ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology, sono infatti riusciti a progettare geneticamente dei virus per ottenere il polo negativo e quello positivo di una batteria agli ioni di litio.  "Il nuovo virus produci-batterie - spiega Angela Belcher, docente di Scienza dei materiali e ingegneria biologica che ha condotto la ricerca - ha la stessa capacità energetica e la stessa potenza delle batterie ricaricabili che usiamo oggi per caricare la macchina, ma potranno essere utilizzate anche per caricare i normali dispositivi elettronici". Le nuove batterie potranno essere realizzate in modo economico e rispettoso dell'ambiente, senza solventi pericolosi né materiali tossici.  In una batteria tradizionale, gli ioni di litio scorrono tra l'anodo negativo, in genere di grafite, e il catodo positivo, generalmente di ossido di litio e cobalto. Nell'aprile del 2006 un gruppo di scienziati del MIT guidato dalla Belcher annunciò di aver trovato un modo per utilizzare i virus per formare cavi nanoscopici adatti a costruire batterie agli ioni di litio ultra sottili, e dotati di tre volte la normale densità di energia. Da allora è stata fatta molta strada.


13) Biodiesel dal Cappuccino

(Usa)

Alcuni ricercatori americani sono riusciti a produrre biocarburante utilizzando gli scarti del caffè macinato. Non sarebbe meraviglioso, la mattina, accendere la propria auto a biocarburanti e rilasciare per le strade della città un intenso profumo di moka, magari aroma robusto? A questo devono aver pensato questi scienziati quando si sono impegnati ad utilizzare gli scarti di caffè per produrre biodiesel. Una risorsa economica, diffusa dappertutto ed ecologicamente sostenibile. Anzi: un materiale normalmente gettato nell'immondizia, che diventa un aromatico carburante di auto e camion. In realtà, come testimoniato da un recente studio pubblicato in una autorevole rivista scientifica, il lavoro è stato coronato dal successo. I ricercatori hanno utilizzato gli scarti di una grossa catena di caffetterie, e ne hanno estratto dell'olio, in una quantità che oscilla fra l'11 e il 20 per cento. Dopodiché lo hanno convertito in biodiesel. Il carburante, che profuma realmente di espresso, ha anche dimostrato di essere più stabile del biodiesel tradizionale, mentre i resti solidi avanzati possono a loro volta essere trasformati in etanolo, oppure in fertilizzante. E' iniziata la costruzione di un impianto di produzione pilota - i fondi di caffè mondiali potrebbero generare oltre mille milioni di litri di biodiesel e, solo negli Stati Uniti, 8 milioni di dollari all'anno di profitti. Quello dei biocarburanti è un mercato in forte espansione, e a questo proposito non sono mancate le polemiche. Fino ad oggi infatti sono stati ricavati per lo più da colture tradizionali, usate in agricoltura per fini alimentari. L'etanolo – sostituto della benzina – si produce usando mais, canna da zucchero e barbabietola; il biodiesel – che rimpiazza il gasolio – sfrutta invece l'olio di palma, soia e colza. Tutto questo ha contribuito negli ultimi anni a far impennare il prezzo dei cereali e degli olii vegetali, tanto che la stessa Fao, l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, ne ha stigmatizzato l'utilizzo. Anche perché tutte queste colture richiedono grandi quantità di acqua e fertilizzanti. Per questo la frontiera della ricerca sui biocarburanti si è spostata su colture e sostanze non alimentari: microalghe, batteri, funghi, ma anche l'olio delle fritture. Ora è arrivato il turno dei fondi di caffé. Usati un tempo per leggere il futuro, oggi finiscono con l'incarnarlo...


14) Arriva lo «Snowcrossboard»

(Italia)

Metà bici, metà tavola da neve: in pista arriva un nuovo strumento, lo «snowcrossboard", che secondo il suo ideatore è «adatto anche a chi non sa sciare». Eccolo sbucare a tutta velocità dal bosco, saltare su un paio di cunette, per poi scomparire tra gli alberi. Sembra un inseguimento sulla neve da film di James Bond, perché il rider scende a valle inforcando uno strano mezzo: simile a una bici, al posto delle ruote ha una tavola da snowboard. Ma 007 qui non c'entra, l'idea è frutto della creatività italiana. L'ultima novità per divertirsi sulle piste è stat inventata da un appassionato di snowboard e motocross in cerca di nuovi brividi che ora, dopo aver depositato il brevetto, ha avviato la produzione del nuovo attrezzo insieme con il fratello. Ci sono voluti cinque anni di lavoro in un angolo del capannone dell'azienda di famiglia e otto prototipi provati sulle piste alla luce della luna per non farsi rubare l'idea. «Dopo essermi divertito per vent'anni sullo snowboard e più di trenta con le moto da trial, volevo trovare qualcosa per mettere insieme la tecnica dei miei due sport preferiti».  «Mi sono ispirato alle biciclette montate sugli sci, ma io volevo usare il mio snowboard — spiega — non è stato facile perché le lamine della tavola sono più distanti tra loro. Per riuscire a fare funzionare lo sterzo ho dovuto faticare parecchio». Il prodotto è appena stato brevettato, l'obiettivo è riuscire a metterlo sul mercato in grande scala. Un sistema di leve meccaniche e ammortizzatori permette di replicare i movimenti del rider e guidare la tavola nella direzione voluta. Sii guida stando in piedi sulle pedane come nel motocross, mentre la sella serve solo come appoggio quando si risale il pendio con lo skilift. I riders abituati allo snowboard, alla moto da cross o alla mountain bike da downhill (discesa) possono divertirsi spingendo lo snowcrossboard in ardite evoluzioni. Ma chi ha provato la novità la considera adatta anche ai principianti. In pista è facile da guidare e chiunque può imparare a controllare la frenata dopo pochi tentativi: può essere usato anche da chi non ha mai sciato. Forse questa volta saranno i rider californiani a dover scendere in una piccola valle del bergamasco per fare i loro acquisti!

15) La Supercolla  

(USA)

La scoperta di un team di studiosi americani: un piccolo adesivo è in grado di sostenere un corpo di 100 chili. Una supercolla, quindi, che potrebbe permettere di camminare anche sui muri! Sconfiggere le leggi della gravità e camminare sulle pareti come Spiderman. L’obiettivo è sttao raggiunto da un team congiunto di centri di ricerca. Con un adesivo di soli 2,5 centimetri quadrati gli studiosi sono riusciti a tenere incollato un corpo di 100 chilogrammi su una parete verticale. La rivista americana Science ha pubblicato le scoperte di alcuni ricercatori. Il materiale inventato è un'evoluzione di quelli esistenti, che utilizzano una particolare struttura del carbonio, i nanotubi di carbonio. «Il principio della colla può essere immaginato come una serie di tubi sistemati come una pila di spaghetti» spiega uno degli scienziati, che ammettono di essersi ispirati alle zampe dei gechi: esse sono ricoperte da microscopici peli che riescono ad assicurare un’aderenza perfetta. I test condotti su diversi materiali, come vetro, teflon e carta vetrata, hanno dimostrato che il nuovo adesivo è dieci volte più potente, in proporzione, a quello presente sulle zampe di questi rettili e allo stesso tempo si può staccare facilmente grazie ad una soluzione chimica. Questo materiale potrebbe quuindi essere utile anche come adesivo "transitorio". Magari per camminare sulle pareti proprio come Spiderman? Forse sì, ma i ricercatori pensano a un uso meno suggestivo, come la connessione tra apparecchi elettronici: perché i nanotubi di carbonio sono conduttori di calore e corrente elettrica. Altre applicazioni potrebbero riguardare l’ingegneria aerospaziale. Per il momento niente supereroi... Anche l’Università di Berkeley, in California, si sta dedicando alla ricerca di un nuovo adesivo. Un altro gruppo di ricercatori ha presentato un adesivo formato da microfibre simili capelli, che si auto-puliscono dalle polveri durante il movimento su una superficie per mantenere sempre una perfetta aderenza.


16) La Medusa Immortale

(Italia)

"La medusa che vive all'infinito", «invaderà tutti gli oceani»: questi i primi commenti degli scienziati che hanno scoperto un organismo in grado di ritornare allo stadio giovanile da cui era stato generato, quello di un polipo. E quindi effettivamente ci troviamo davanti all'unico essere vivente che possa definirsi «immortale», nel vero senso della parola. La medusa è capace di invertire il proprio ciclo biologico e di sfuggire così alla tappa finale del processo di invecchiamento, ovvero alla morte. Ora, questa creatura del mare si sta moltiplicando ad un ritmo inarrestabile. «E' in atto un'invasione silenziosa nei nostri oceani», avvertono i ricercatori. La scoperta di questo organismo, che potenzialmente può vivere in eterno, risale a qualche anno fa e fu fatta da un team di biologi italiani. La piccola idromedusa misura un diametro di appena quattro-cinque millimetri. Una volta raggiunta la maturità sessuale e dopo essersi riprodotta, non muore, a differenza di tutti gli altri organismi simili. Questa speciale medusa, invece, scende sul fondo e si ritrasforma nello stadio giovanile da cui era stata generata. Insomma, da polipo ridiventa nuovamente medusa, e viceversa. Un processo che può definirsi «infinito». Per gli scienziati questo ringiovanimento è reso possibile, a livello cellulare, a causa di un fenomeno conosciuto come «transdifferenziamento». L'ovvia e inevitabile conseguenza è una proliferazione di questa creatura dei mari, affermano i biologi marini. Questi predatori del mare, originariamente presenti nelle acque calde dei Carabi, si stanno diffondendo velocemente in tutti gli oceani, aiutati anche da «passaggi» inconsapevolmente offerti dalle navi.


17) Ghiaccio Caldo

(Australia)

Planare su una tavola a vela nelle acque gelide del mare d'inverno restando al calduccio? Ora è possibile grazie all'invenzione di un campione di surf con il pallino dell'elettronica, che ha  brevettato una speciale muta dotata di un circuito elettrico riscaldante.


18) La  Luce in Bottiglia

(Brasile, USA)

Una miscela di cloro e acqua, esposta alla luce del Sole, ed ecco nelle nostre mani un accumulatore che si accende come una lampadina. La crisi energetica acuisce l'ingegno degli inventori domestici. Un brasiliano emulo di Edison ha effettivamente trovato un modo semplice per ridurre le spese per l'illuminazione casalinga con bottiglie riempite di un liquido luminescente, che fornirebbero una quantità di energia paragonabile a una lampadina da 60 watt. Insomma, senza elettricità né batterie, luce fredda imbottigliata. Scopriamo come viene confezionata e quanta luce diffonde questa sorprendente fonte di energia luminosa.  Si parte da una comune bottiglia di acqua minerale, riempita in parte di acqua del rubinetto e in parte di un detergente-disinfettante a base di cloro. Si espone la bottiglia al Sole e, a questo punto, avviene una reazione fotochimica capace di eccitare la miscela e renderla luminescente, al punto da illuminare un locale buio, come lo farebbe una lampadina elettrica di media potenza. L'inventore ha appeso al soffitto della sua casa un discreto numero di bottiglie... Invenzione utile o semplice gadget? Che esistano liquidi luminescenti è noto anche ai bambini, abitutati a giocare con collanine e braccialetti di plastica, riempiti di miscele variopinte in grado di brillare. La nostra miscela, esposta al sole, si carica di energia che poi viene restituita gradualmente sotto forma di radiazione luminosa. Tuttavia, ai fini di valutare la praticità dell'invenzione, cerchiamo di valutare quanto tempo può durare l'emissione e soprattutto quanto costa la quantità di liquido necessaria al confezionamento di una bottiglia luminescente; non ultimo, i problemi di inquinamento ambientale connessi allo smaltimento della miscela esausta. Sono tutte valutazioni che solo un attrezzato laboratorio chimico può fare. Alla fine si potrebbe scoprire che il gioco non vale, alla lettera, la candela...

 

Nuovi progetti  

1 - natural history 

2 - science         <<       

3 - archeologia 

4 - esplorazione

5 - human interest 

planet wonders in high definition

these high end documentaries planned for the next season will be realized in digital 16:9 and HD shooting

 
Andrea Cochetti   -    Subaco productions 
tel.: 39.335.395629  - 39.346.6277351
26, via Valdagno, 00191 - Rome - Italy (map)
http://www.tuttocitta.it/tcolnew/index_tcol.html#sez=1015&com=Roma%20(RM)&ind=Via%20Valdagno&nc=&qs=&vcc=&dts=&dte=&tms=&tme=&hm=&sdv=Roma&scl=70464&std=C&scm=Roma&ssg=RM&srg=Lazio&z=2.4&x=12.45474&y=41.929035&cv=0&pv=0&noc=19&ft=0&mmve=0&be=0&lx=12.471875&ly=41.94868home.htmlshapeimage_11_link_0
planet wonders in high definition

these high end documentaries planned for the next season will be realized in digital 16:9 and HD shooting

 

Nuovi progetti  

1 - natural history 

2 - science         <<       

3 - archeologia 

4 - esplorazione

5 - human interest